È ferragosto, ho un mal di denti impossibile e sono solo a Lisbona.
Dopo una notte insonne uno si fida di chiunque, e farebbe qualisiasi cosa pur di alleviare anche di poco il dolore. Avete presente “Marrakech Express” di Salvatores. Ho provato con la nimesulide, la fetta di patata tagliata sulla guancia, la propoli e le preghiere. Stremato decido di vagare per la città alla ricerca di un rimedio, ed incrocio sulle scale il vicino, di professione ricettatore, al quale chiedo dove trovo un dentista che mi possa salvare. Il vicino mi consiglia di andare alla clinica dentistica di Cais do Sodré, precisando che lui non è mai stato, ma è certo che faccia orari strani per via dei clienti che deve assistere. Non capisco ma barcollando mi dirigo a Cais do Sodré.
Cais do Sodré è il quartiere a luci rosse di Lisbona, nel quale, durante la dittatura di Salazar, era tollerato avere una vita dissipata. Neanche a farlo apposta la clinica è vicino ad un bordello, che a giudicare della facce e dai rumori è in pieno esercizio (non scherzo). Dopo un breve passaggio in sala d’attesa (con riviste di tutti i tipi, e vi lascio immaginare di che tipo), il medico con un camice blu da meccanico (non scherzo), sporco di sangue (non scherzo), mi visita picchiando con veemenza con lo specchio da dentista per capire se e dove mi fa male (non scherzo). Non contento prende una pinza dal carrello, quindi non sterilizzata, e prova a muovere i denti per capiere se e dove mi fa male (non scherzo). Per finire mi mette in bocca un soffiatore da giardiniere per capire se e dove mi fa male (ho un po’ esagerato ma non scherzo).
Sono stremato per la notte insonne, il mal di denti e la consulta del dentista. Prego solo che il dolore possa finire, ed insieme a questo modesto pensiero ne faccio un altro, mi chiedo dove il professionale dentista abbia studiato ed imparato una così delicata e raffinata tecnica. Un pensiero questo che capisco subito non mi può portare lontano, e che quindi dato il dolore mi sforzo di reprimere.
Vengo praticamente risvegliato da un urlo del professionale dentista che chiama la segretaria, la quale arriva trafelata (non scherzo). Non oso pensare cosa stesse facendo (non scherzo). La professionale segretaria è una donnona molto grassa, super truccata, dai modi gentili ma poco educati, alla quale il professionale dentista chiede se la macchina dei raggi X è ancora funzionante (non scherzo). Io penso che voglia significare accesa, ma poi mi rendo conto che intendeva rotta. Mi portano nella stanza dei raggi X, e vengo sorpreso da un cimelio della seconda guerra mondiale (non scherzo). Mi dicevano che alcune aree di Cais do Sodré sono rimaste ancorate a metà del secolo scorso, ma non pensavo fino a questo punto. Non so a quale tipo di radiazione io sia stato sottoposto, so solo che uscito dallo studio, la gente s’inginocchiava davanti a me dicendo “ele tem a Aurola”, “esta santo” (sebbene chi mi conosce potrebbe pensare che questo possa essere vero, intendo la santità, devo ammettere che in questo frangente ho un po’ esagerato, quindi scherzo).
Scrutando ed osservando la lastra, una sorta di immagine scolpita su pietra, mentre il professionale dentista con la professionale segretaria mangiano dallo stesso panino (non scherzo), la professionale segretaria diagnostica il problema (non scherzo). E lui, con fare certo e sapiente, che ha per un attimo reso meno dolorosa la mia attesa, con calma e rutto, insieme al panino stava bevendo una birra, sentenzia con un’espressione che non lascia ombra di dubbio: “pode ser”!
Giuro che qualsiasi cosa avesse detto per me era oro colato purché mi facesse passare il dolore. Ho anche pensato che avrei accettato di farmi togliere il dente con la pinza senza anestesia, ma poi quando l’ho visto indossare i guanti di gomma da casalinga, impugnare la pinza, ed ordinare al donnone di legarmi, ho avuto la prontezza d’animo di alzare una mano e chiedere delle spiegazioni. Credo che questa sia una delle poche cose che distingue una dittatura da una democrazia. In una democrazia si può sempre chiedere spiegazioni, cosa che non è concessa in una dittatura, ovviamente, in entrambi casi, chi ha il coltello, meglio la pinza, dalla parte del manico poi fa comunque quello che vuole.
Insomma, il problema consiste in due de-vitalizzazioni mal fatte. La prima del quarto dente dal fondo nella parte sinistra superiore, il professionale dentista dice che chi ha fatto la devitalizzazione non è arrivato fino in fondo ed è rimasto un pezzo di nervo che sta facendo infezione, mentre per la seconda, del quarto dente dal fondo inferiore alla sinistra, al quale il professionale dentista applica la stessa diagnosi. Del resto trovata una giustificazione perché non applicarla sempre e comunque. A conferma della sagace deduzione mi mostra sulla lastra le infezioni alla base dei denti.
È evidente che il professionale dentista e’ uno che sa il fatto suo, e non ho mai avuto dubbi di essere in buone mani.
Purtroppo, ma forse per fortuna, mi ha fissato un appuntamento per un altro giorno con un suo collega professionista delle devitalizzazioni, il quale sembra aver lavorato nelle carceri al tempo di Salazar, quindi con un’enorme esperinza in fatto di devitalizzazioni.
In buona sostanza mi ha riempito di capsule di vari colori dicendomi che devo prendere quelle arancioni ogni 12 ore, quelle rosse se continua a farmi male, e quelle gialle/verdi se mi fa malissimo. Gli ho fatto presente che io non posso prendere alcune medicine, ho un’allergia, gli ho mostrato l’elenco, ma non l’ha neanche guardato, mi ha più o meno detto : “qualquer pessoa que tenha tomado estes medicamentos nao é morto, se é sucesso ninguém lhe disse!” Non ho avuto coraggio di chiedergli come poteva pensare che un morto potesse averlo informato, ma nel contesto mi è sembrato un dettaglio infinitesimale importante.
Avendomi dato le pastiglie in mano, sciolte e contate, non so cosa siano, e quali possano essere gli effetti collaterali. Io le ho ovviamente prese già tutte e mi sento felice, vedo cose che voi umani non potete immaginare, e mi sembra costantemente di volare.
Se da un lato mi sembra una esperienza allucinante, forse meglio allucinogena, devo confessarvi che è la prima volta che ho una voglia matta di tornare dal dentista, non mi era mai successo, cosa faccio, mi fido?
Gianluca Luraschi
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Oddio. Mitico. Se ci torni posso venire da spettatrice? (non scherzo)
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… purtroppo ci sono stati degli sviluppi che hanno reso la cosa piu’ difficile … ma ti racconto
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geniale! (pare proprio werner…)
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oppure sono solo tonto … ;-(
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mi fa’ male un dente! voglio andare da lui!!!! non scherzo