Lucio Dalla si fa conoscere dal grande pubblico nel 1971, partecipando al Festival di Sanremo con la canzone 4/3/1943 e l’anno successivo con Piazza Grande. Sin da subito, Dalla rivela uno stile unico che oscilla tra la musica popolare e lo stile jazz, in cui il testo è fatto di parole semplici ma pregnanti. Da subito, allo stesso modo, si svela la sua grande umanità e la sua “religiosità”, nel cantare la storia di una ragazza madre di 16 anni (che chiamerà suo figlio Gesù Bambino) e quella di un uomo, in Piazza Grande a Bologna, che (a modo suo) ha bisogno di carezze anche lui.
Collaborando con lo scrittore e poeta Roberto Roversi, crea vari album che la critica amerà e che gli varranno un meritatissimo successo. Titoli come Nuvolari (sul grande pilota italiano Tazio Nuvolari), Anidride Solforosa (storia di un personaggio femminile che dalla provincia approda alla metropoli) o Il motore del 2000, sono canzoni colte e raffinate, proiettate verso un futuro tecnologico prevedibile (Noi sappiamo tutto del motore del futuro) e un futuro umano piuttosto incerto (Ma non riusciamo a disegnare il cuore di quel giovane uomo del futuro). L’inquinamento, l’incessante attività dell’uomo sulla natura, il progresso che avanza inarrestabile sono tematiche che lo preoccupano.
È ormai un artista di nicchia quando compone Com’è profondo il mare, splendida, toccante e (purtroppo) sempre attuale canzone che parla di repressione perché è chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. E certo, ci dice Dalla, chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche dato che il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare e così, tristemente, stanno uccidendo, umiliando e piegando il mare. Ma c’è sempre speranza, il mare è profondo e protegge tutti quei pesci dal pensiero “diverso”, libero. L’Italia fa un po’ fatica a comprenderla appieno, eppure la ama. Come ama la storia del bolognese solitario di Disperato erotico stomp, che pensa a delusioni e grandi imprese ma sempre sul divano, in mutande. E dopo l’ironico riferimento ad una Tailandese, eccola, tra le allegre e trascinanti note, la frase che diventerà celebre: “Ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”.
Nel 1979 continua con L’ultima Luna, L’anno che verrà e Anna e Marco. In quest’ultima, due ragazzi: Anna (bello sguardo) e Marco (cuore in allarme), si incontrano in un locale da schifo dove però lo schifo scompare perché loro due, mentre ballano si guardano e si scambiano la pelle e cominciando a volare e diventano il simbolo di una gioventù sospesa tra sogni, paure e un presente fatto di piccole cose. E poi ancora Futura e Balla balla ballerino, nell’80.
Tutte le sue canzoni rivelano una profonda speranza di miglioramento della condizione esistenziale dell’essere umano. Dalla, mentre canta, ci fa sognare un avvenire senza ingiustizie, non facendoci mai dimenticare il presente e le sue bellezze ma cercando di sensibilizzarci per poter essere migliori nel domani.
E chissá, magari davvero un giorno ci sarà da mangiare per tutti e tutti i Cristi scenderanno dalla Croce. Magari davvero una danza potrà far capire a tutti i violenti, veloci di mano e coi coltelli che sono morti da sempre anche se possono respirare.
Lucio Dalla ci ha lasciati con un ultimo regalo, Amore disperato per la sua Tosca, che canta in duetto alla magnifica Mina e che ci ricorda la sua estrema facilità nel passare da un genere all’altro. Lucio Dalla: che si chiedeva dove fosse la strada per le stelle, ora l’ha trovata e la sua musica resterà con noi, potente, aristocratica e popolare.
Cristina Terzoni
[Dal catalogo di 8 ½ Festa do Cinema Italiano]
Mercoledì 18 aprile all’Espaço Nimas 8 ½ Festa do Cinema Italiano propone un omaggio a Lucio Dalla, in cui l’artista sarà ricordato grazie al contributo di uno dei grandi interpreti del Fado portoghese. Sarà anche l’occasione per vedere il film Quijote di Mimmo Paladino (75′ / Leg. En) e l’ultima interpretazione di Lucio Dalla al cinema, nel ruolo di Sancho Panza.
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Un altro artista italiano di alto livello che se n’è andato..
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«L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale».
(Disperato erotico stomp)
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Da “Amore disperato” per la sua Tosca:
Il cielo non lo vuole
Ha le nuvole in catene
Non fa più uscire il sole
Senza vento e senza vele
Il tuo amore non si muove
’è un segno corto e chiaro
Laggiù nella tua mano
E’ l’ombra del destino
Che come un frutto acerbo
O la prima stella del mattino
Rende l’amore eterno…
Amore disperato
Amore mai amato
Amore messo in croce
Amore che resiste
E se Dio esiste
Voi, voi
Vi ritroverete là, là…
Davvero pensieri struggenti, parole di un’anima ferita nella sua essenza più profonda, contro un destino che si è accanito ingiustamente contro di lui privandolo dell’Amore della sua Tosca, prima ancora che questo amore potesse almeno vedere l’alba.
Invece,prima ancora di sorgere, il destino lo ha già fatto tramontare.
Sono certa che nessuna delle sue canzoni, vedrà mai un tramonto senz’alba.
Emily.
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Ecco il mistero,
sotto un cielo di ferro e di gesso
l’uomo riesce ad amare lo stesso
e ama davvero
nessuna certezza
che commozione,
che tenerezza…
Lucio Dalla