Mercoledì scorso il Tribunal de Contas ha stabilito che l’accordo per la linea TGV (la linea ferroviaria ad alta velocità portoghese) celebrato nel Maggio 2010 tra l’anteriore governo Socrates e il consorzio Elos è da considerarsi illegale. Si tratta del TAV in versione iberica, ovvero una linea che avrebbe dovuto collegare ad alta velocità Lisbona con Madrid. Ma purtroppo per chi ci avrebbe guadagnato milioni, non si farà.
Il Tribunal de Contas ha dichiarato illegale l’accordo perché sono state violate numerose norme previste dal Código dos Contratos Públicos e dalla Lei de Organização e Processo do Tribunal de Contas. Senza addentrarsi in questioni giuridiche, basti sapere che nel processo con cui quasi due anni fa era stata assegnata l’opera sono state riscontrate varie infrazioni, pertanto ora è da ritenersi non valido. Lo stesso tribunale ha inoltre stabilito che lo stato portoghese non dovrà risarcire i mancati guadagni al consorzio, ma solo le spese di costruzione effettuate fino al novembre 2010. Il consorzio aveva chiesto circa 300 milioni di risarcimento, ma il tribunale li ha negati, quindi i contribuenti portoghesi dovranno risarcire molto di meno per l’annullamento dell’accordo.
Ieri il Ministério da Economia ha emesso un comunicato in cui si fa presente che la decisione del Tribunal de Contas “chiude la polemica attorno al progetto del TGV, che sarà così definitivamente abbandonato”. Il Governo dice anche che “analizzerà nei dettagli i termini dell’accordo del Tribunal de Contas, tenendo presenti le sue conseguenze giuridiche e economiche in modo da difendere l’interesse pubblico e i contribuenti portoghesi”. Un pizzico di demagogia certo, però ben lontana dalle manganellate con cui il problema viene affrontato altrove.
Il Ministério da Economia ha infine ammesso che il trasporto di merci su linee ferroviarie europee a partire da Sines e da Aveiro potrà essere esplorato in futuro, ma ricorda che questi collegamenti non hanno bisogno di linee ad alta velocità.
Come se lo scenario non fosse abbastanza incredibile per le orecchie di un italiano, lo stato portoghese ha già ricevuto i fondi comunitari per finanziare l’opera, ma non pare preoccuparsi delle conseguenze. Oltretutto il Portogallo aveva anche presentato una candidatura congiunta con la Spagna, al fine di ricevere i finanziamenti da Bruxelles. Tutti gli accordi ora verranno annullati, nonostante il paese vicino pare che voglia mantenere l’impegno. Non sarà facile sbrogliare la matassa giuridica in fatto di risarcimenti, restituzione dei fondi già incassati, penali varie e conseguenze diplomatiche, ma resta il fatto che l’alta velocità in Portogallo non si farà.
In altri paesi non lontani invece è ormai di moda sdoganare tutto con la scusa “ce lo chiede l’Europa”.
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