Qualche tempo fa, un lunedì mattina per l’esattezza, ero di fretta per arrivare al lavoro in orario o almeno con un ritardo umanamente accettabile. Stavo giusto per realizzare il giro più veloce della pista casa-metro, in slalom gigante tra turisti perditempo e vecchine in slow motion, quando, sulle scale mobili della metro di Baixa-Chiado, sono stato colpito da uno svarione.
Tutto intorno a me era diventato blu. Un bel blu elettrico diffuso, luminoso, surreale. Mi invogliava a tornare sotto le coperte calde, a sognare di essere sdraiato su una nuvola fluttuante sull’oceano, con tanto di delfini a guizzare ai miei lati, impegnati solo ad addolcire il mio sonno. Mi stavo per addormentare. Mi sono addormentato.
Per fortuna la scala mobile è finita e la perdita improvvisa di equilibrio mi ha svegliato senza troppi complimenti. Ho ripreso a correre, come una gazzella impaurita dalla rapidità delle lancette di un orologio digitale. Ho passato subito in rassegna il fine settimana appena trascorso, per capire da che tipo di postumi potesse provenire quella luce. Niente. Buio. Un buio blu. Magari il pollo al curry di ieri sera, lo sapevo che avevo esagerato col piccante.
Poi ho pensato che forse tra i fumi del sonno potevo aver sbagliato strada e fermata. Immediati calcoli metamatematici nella mente: valutare accuratamente tutte le variabili, numero di passi nella direzione sbagliata, inversione temporale del percorso, media ponderata di percorrenza divisa per le ore di sonno mancanti, sommare il tasso di traffico del lunedì mattina, moltiplicare per il totale di gradini, dividere per la velocità media delle scale mobili, sottraendo la scala mobile in riparazione perpetua, sommatoria di tutti gli incroci da passare, media aritmetica del ritmo di tutti i semafori, incognita dei semafori bypassabili col rosso, conseguente calcolo del rischio statistico di essere investito, algoritmo delle pendenze al netto di salite e discese, attrito delle suole di gomma sui sanpietrini levigati, coefficiente di vecchine alla seconda. La matematica non è un’opinione. Risultato: sono in ritardissimo.
Poi ho letto il nome della stazione: Baixa-Chiado PT. Sollievo. Tutto a posto, la fermata è quella giusta, la linea anche, linea blu PT… Eh? Su che linea sono finito? Come mai non ne ho mai neanche sentito parlare? Dove sto andando? E perché? Che ore sono? Chi sono?
Alla fine di una lunga giornata di lavoro segnata da domande senza risposta sul senso della vita, leggo su un giornale un comunicato ufficiale della PT:
“O Metropolitano de Lisboa (Metro) e a Portugal Telecom (PT) reinauguram a estação de Baixa-Chiado, que ganha a partir de hoje a designação Baixa-Chiado PT Bluestation, numa estratégia pioneira de dinamização do Chiado, uma zona nobre da cidade de Lisboa, oferendo a todos os utilizadores deste espaço uma experiência totalmente inovadora.”
Baixa-Chiado PT Bluestation. Bel nome per una stazione da combattimento di Star Wars. E gran bella idea re-inaugurare una fermata che già esisteva. Geniale poi cambiare il nome della stazione principale di Lisboa e tutte le mappe della metro, così, giusto per mischiare le carte. Strategia pioniera, certo, una barbarie commerciale come questa per fortuna non si era mai vista. Vogliono dinamizzare la stazione più trafficata della città? Mi sembra giusto, in effetti era un po’ troppo statica, soprattutto all’ora di punta. Offrendo a tutti un’esperienza totalmente innovatrice. Su questo non ci sono dubbi, anzi io avrei osato di più, definendola totalmente terrificante.
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Direi che,in ogni tempo e in ogni luogo, ahimè, i disagi e gli sconquassi per i pendolari aumentano, se di mezzo, ci sono i dané!!
Pertanto, Questa Corte, dopo una lunga e attenta valutazione dell’accaduto, esaminati i fatti, le circostanze, i nomi di cose persone città e animali, nonché a seguito di un attento studio,pagina dopo pagina,cioccolatino dopo cioccolatino,delle conseguenze,a volte perenni,riportate a seguito di eventi stressanti,su soggetti magari già stressati e di qualsiasi voglia categoria,come bestemmiatori,credenti,paranoici,insonni,fancazzisti,stacanovisti,logorroici,musoni e simpaticoni.. Condanna i colpevoli a:
– Affiggere, su ogni singola parete, di ogni singola stazione del metrò, l’immagine di una nuvola fluttuante sull’oceano,con delfini guazzanti ai suoi lati, impegnati ad addolcire il dolce sonno di chi sogna di dormire.
– L’Installazione di un avvisatore acustico, che segnali con congruo anticipo e con toni gentili, che la scala mobile sta per terminare la sua salita.
– la Distribuzione di tonnellate di cioccolatini per tutti, belli e brutti.
– Una pensione “vita natural durante” per il nostro mal capitato, vittima e testimone del fatto, che a seguito dello stesso, ha riportato un forte shock psichedelico e che ogni notte sogna di combattere a “Star Wars”!!
Ciao Lisbona!
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Ironia a parte, l’esperienza che ci è stata raccontata non deve essere propriamente tra quelle che ci si augura di fare almeno una volta nella vita, considerate, soprattutto, quelle che sono a monte, le reali motivazioni…
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a me piace la stazione così, ma per motivazioni puramente artistiche.
pazienza, mi becco anche la manovra commerciale nel pacchetto…
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Per essere bella è bella, su questo concordo pienamente!